Distretti espositivi

Dalla raccolta differenziata al riutilizzo, dal riciclaggio all’ecodesign fino al fashion renting e al second hand: il Textile District, giunto alla 4°edizione, candida Ecomondo a capitale della moda etica grazie a uno spazio espositivo che coinvolge tutti gli attori della filiera e a un ricco palinsesto di eventi mirato a catalizzare l’attenzione verso un modello più sostenibile del settore.

Un progetto di grande importanza se si considera che il tessile è stato identificato come una catena di valore chiave, per la quale l’Unione europea ha previsto azioni atte a  promuoverne sostenibilità, circolarità, tracciabilità e trasparenza.

Un’area di scambio dove fare il punto su circolarità delle fibre e delle tecnologie, protocolli chimici, normativa EPR, greenwashing, diritto alla riparabilità, digital passport… grazie al coinvolgimento degli stakeholder principali della filiera e a un palinsesto convegnistico dedicato. 

IL PROGETTO ESPOSITIVO


Il Textile District occupa una porzione significativa del padiglione B3. Ci saranno aziende della filiera presenti con il proprio stand in area nuda affiancate da un’area progetto che accoglierà circa 15 realtà e metterà a disposizione una sala workshop per convegni, talk e seminari.

AREA A PROGETTO
caratterizzata da stand indipendenti, con un allestimento orgnaico e spazi completamenti attrezzati. L’adesione all'area comprende: 

>> MODULI STAND DA 17 O 21 MQ
con: desk, spazio per meeting arredato e ripostiglio dedicato, grafica per welcome desk e parete

>> SERVIZI
pulizie, accoglienza, lead scanner per generazione database profilato, biglietto invito dedicato e gratuito per i propri clienti, badge espositore, pass auto

>> SALA CONVEGNI
da 70 posti con assistenza tecnica, monitor, hostess

>> PROGETTO GRAFICO
graficizzazione organica di tutto lo spazio, una serie di appendimenti e di segnaletica strategicamente distribuiti all’interno del quartiere fieristico per aumentare la visitazione

>> CAMPAGNA ADV
dedicata su media di settore verticali, pagina sito che darà spazio al profilo delle aziende espositrici e copertura nella comunicazione di Ecomondo
 

 


*Restituzione Grafica Textile District 2024, il progetto può subire variazioni

 

CHI ESPONE


Il Textile District coinvolge realtà attive in:

>> PRODUZIONE, ECO-DESIGN
filati, tessuti, abbigliamento, calzature, accessori, pelletteria, tessile per arredamento

>> VALORIZZAZIONE RIFIUTO INDUSTRIALE
scarti di produzione, gestione processi

>> WASTE MANAGEMENT
raccolta di rifiuti urbani e industriali, multi utilities, cooperative

>> SELEZIONE E TRATTAMENTO, VALORIZZAZIONE
riuso, Impianti di selezione, trattamento e riciclo pre e post consumo, riuso e second-hand

>> CENTRI DI R&D, CERTIFICATORI, START-UP
sistemi di tracciabilità, innovazione tecnologica

>> CONSORZI, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

 

CONVEGNI E CONTENUTI


Il comparto tessile è anche uno degli highlight del palinsesto convegnistico di Ecomondo.
All’interno dell’area workshop saranno organizzati convegni verticali sui temi riguardanti: sostenibilità ed eco-designgestione dei rifiuti organici: raccolta, selezione, riuso e riciclo, ERP ed EOWesportazione dei rifiuti tessili urbani e second-handtracciabilità e digital passport e green washing. A questi si aggiungeranno i talk presentati dalle aziende del distretto.

CONSULTA IL PALINSESTO CONVEGNISTICO

SCENARIO: L’IMPORTANZA DELL'INDUSTRIA TESSILE IN ITALIA E ALL’ESTERO


L’industria della moda, oltre a essere uno dei pilasti dell´economia europea, rappresenta uno dei settori a più alto impatto ambientale. È infatti una filiera costituita da 400 mila realtà che genera 55 miliardi di euro di fatturato, pari al 31% del giro d´affari complessivo in Europa.

Ma è anche una tra le filiere che producono più inquinamento sul Pianeta, è responsabile infatti del 10% delle emissioni globali di carbonio, consuma circa 93 miliardi di metricubi di acqua nella sola produzione e scarica nei mari circa 500.000 tonnellate di microfibre. Senza contare che la produzione di prodotti tessili è quasi raddoppiata tra il 2020 e il 2015 e si stima anche il consumo di capi e di abbigliamento dovrebbe crescere ancora del 63% entro il 2030*.

*Fonte Commissione Europea
 

 

Non solo consumo di acqua e impronta di carbonio emessa, l'industria tessile fa uso di prodotti chimici inquinanti che rappresentano un ostacolo al riciclo di materia prima, con il risultato che le fibre naturali diventano sempre più rare e con costi sempre maggiori, spingendo i grandi brand alla ricerca di fibre riciclabili e processi di produzione più puliti.

Tutte queste considerazioni, unite al fatto che la produzione di indumenti genera una massiva quantità di rifiuti tessili lungo le catene di fornitura ma anche a livello industriale e consumer, l’obiettivo a Ecomondo è fare il punto su circolarità, sulle fibre prodotte in modo sostenibile e sulle tecnologie per il riciclo e protocolli chimici più sicuri riprendendo gli obiettivi e che si è data l’Unione Europea.

Entro il 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato dell’UE saranno durevoli e riciclabili, in larga misura realizzati con fibre riciclate, prive di sostanze pericolose e prodotte nel rispetto di diritti sociali e ambiente”.
È questa la promessa della EU Strategy for Sustainable and Circular Textiles, una strategia che fa parte del pacchetto di proposte della Sustainable Product Initiative (SPI) pubblicato dalla Commissione europea.

In questo scenario, parole chiave della riconversione green della moda sono riciclabilità dei capi (oggi solo l'1% degli scarti tessili sono riutilizzati, e l´85% della produzione finisce in discarica), ecodesign (e normative condivise per tracciarne i parametri), trasparenza e controllo della filiera. Anche l´educazione di tutti gli stakeholder diventa un catalizzatore importante di questo processo, per coinvolgere non solo la produzione e la distribuzione ma anche i consumatori che, con le proprie scelte d´acquisto, hanno un ruolo estremamente importante nell´orientare l'industria.

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Silvia Gabellini